Pubblichiamo un nuovo articolo che prende in considerazione le munizioni di guerra, leggere e pesanti, e gli imballaggi con cui vengono solitamente presentati nei centri logistici, nei porti e negli aeroporti. Pensiamo che possa essere utile a far emergere il traffico sempre più intenso di armamenti, e in particolare quello classificato come merce pericolosa perché esplosivo, rilevabile nelle molte catene logistiche militarizzate che passano per il territorio italiano. Crediamo che informare i lavoratori e i cittadini circa la pericolosità di questi movimenti possa contribuire al rispetto delle norme di sicurezza e a scongiurare gravi incidenti.
Weapon Watch intende così solidarizzare con i lavoratori della logistica che, denunciando questi pericoli, si espongono personalmente alle rappresaglie poliziesche o padronali. Il caso più recente è quello che ha denunciato il delegato sindacale USB dell’aeroporto di Brescia-Montichiari, Luigi Borrelli, che ha rilevato come qui il movimento di armi sia divenuto così intenso che l’azienda che gestisce lo scalo bresciano sempre più spesso decide di chiudere l’aeroporto al pubblico per ragioni di sicurezza durante i trasbordi di armi e munizioni. Il personale di questo aeroporto civile, naturalmente, rimane pienamente esposto ai pericoli che comporta l’intenso traffico militare. Il delegato è stato sanzionato con sei giorni di sospensione dalla direzione di GDA Handling, società che fa parte del gruppo SAVE che controlla gli aeroporti del Nordest e che fa capo al finanziere veneto Emilio Marchi. Come lascia prevedere il disegno di legge governativo 1660, nel quadro dell’economia di guerra e in nome della sicurezza si sta cercando di imbrigliare e reprimere tutte le forme di lotta del settore logistico, anche quelle riguardanti la sicurezza sul lavoro.