27 Apr 4a PUNTATA: CURTI SI È FATTA UN’IMMAGINE “CIVILE” (MA FA I PROGETTI MILITARI)
© Linda Maggiori per the Weapon Watch
Ben maggiore risonanza mediatica ha avuto la vittoria, sempre nel novembre 2023, del bando per il progetto “civile” Aerospace Economy della Regione Emilia Romagna, per il quale Curti ha ricevuto un contributo di 660.615 euro «per lo studio, realizzazione e validazione in collaborazione con l’Università di Bologna di un sistema di controllo di volo per velivoli a decollo verticale con pilotaggio remoto». Si punta a realizzare un drone-elicottero con elevata capacità di carico (oltre i 600 kg) «per un futuro inserimento sul mercato». Un tipico caso di dual use, in cui l’utilizzo civile farà da battistrada a possibili – quanto non ancora prevedibili – applicazioni militari.
Persino nella collaborazione, dal 2022, con il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna rispunta qualche implicazioni militare. In progetto è la realizzazione di un impianto di pirogassificazione termica mediante un finanziamento del PNRR da 2,2 milioni di euro, che dovrebbe recuperare scarti di aeromobili per creare nuove fibre di carbonio. L’impianto andrà a Imola, in un’area di proprietà della multiutility Hera. Chi sarà il fornitore di “scarti di aeromobili”? Leonardo Spa.
Gli affari (militari) di Curti arrivano fino allo spazio grazie alla partecipata NPC New Production Concept Srl, azienda di Imola con 29 milioni di fatturato (2022) e 40 dipendenti.
Per NPC si è stretta un’alleanza tra la famiglia Curti, i cui esponenti principali sono i fratelli Claudia (presidente di Curti Costruzioni Meccaniche) e Alessandro (CEO, ex vicepresidente della Confindustria emiliana) e la ECOR International Spa, azienda con sede a Schio, di proprietà di Sergio Lucietto e dei suoi tre figli, anch’essa attiva nel packaging e nel piping ma con investimenti in meccatronica, aerospazio e difesa. Le due aziende hanno quote paritetiche della NPC (40% Ecor e 40% Curti), mentre Nebore Benini, col 20% delle azioni, è presidente della NPC oltre ad essere anche vicepresidente di Curti.
Nel 2022 il raggruppamento temporaneo di impresa (Rti) formato da NPC, U-Avitalia Srl, Università di Roma “Tor Vergata” e Università di Roma “La Sapienza” si è aggiudicato un bando triennale nell’ambito del Piano Nazionale della Ricerca Militare 2022, per la progettazioni di nanosatelliti a uso militare. Il progetto “IDRA – IntegrateD Multifunctional Satellite ArrAy” ha un costo complessivo di 4,6 milioni di euro, 50% a carico dell’Amministrazione Difesa e 50% a cura delle imprese e delle due università.
Cosa realizzerà questa compagine mista di privato e università, forma di collaborazione invasiva quanto contestata per il suo carattere militarizzante? Un «sistema di comunicazione in alta potenza basato su un’antenna sparsa realizzata tramite una formazione stretta di nanosatelliti in volo». Come si legge nel bando, «il sistema potrebbe anche essere utilizzato come disturbatore o jammer delle comunicazioni di un opponente». Tra i vantaggi dei nanosatelliti c’è la loro natura dual use (civile e militare), che li rende difficilmente individuabili dalle nuove armi antisatellite.
All’opinione pubblica, però, i nanosatelliti vengono presentati come una conquista di civiltà. Come per AMUS, anche il progetto IDRA è passato sotto silenzio, mentre le aziende hanno dato molta pubblicità al progetto gemello civile “Spacemind”, nel quale NPC a febbraio 2023 ha lanciato tre nanosatelliti.
In una dichiarazione del settembre 2022 rilasciata a Il Sole 24 Ore, Nebore Benini ha detto: «Abbiamo già raccolto ordini per 6 milioni di euro per i prossimi due anni, stiamo partecipando a tutti i maggiori eventi internazionali dedicati all’aerospace e collaborando con Nasa, Esa, Asi, Jaxa, il Cnr, la Difesa italiana e abbiamo appena vinto una gara per un progetto satellitare con Israele».
NPC non è nuova a collaborazioni con partner israeliani.
Nel maggio 2021, nell’ambito dell’Accordo di Cooperazione tra Italia e Israele è stata ammessa a ricevere un sostegno finanziario per il progetto HTCNS insieme a Elbit Systems Ltd., azienda israeliana tristemente nota per la fabbricazione di droni killer usati contro i civili palestinesi e i cooperanti umanitari. Di questo progetto industriale si conosce solo l’acronimo e nessun dettaglio.
Invece sappiamo che NPC a marzo 2023 ha presentato un drone spia utilizzabile in ambito civile e militare chiamato “Guardian”, realizzato in collaborazione con la start up Vector Robotics Srl di Mogliano Veneto.
Nel luglio 2021, durante il primo workshop organizzato dalla Marina Militare dedicato al Future Combat System, e in particolare agli scenari di guerra “multidominio” (aria, terra, mare, spazio e iperspazio), tra le molte proposte delle aziende vi è stata anche quella presentata da U-Avitalia in rappresentanza anche di Curti e NPC, peraltro azionisti di minoranza di U-Avitalia.
Il progetto battezzato PROTEUS si basa – secondo una rivista del settore – «su una serie di micro-satelliti lanciabili da piattaforme navali e UAS/RPAS che saranno imbarcati sulle unità navali stesse. (…) L’idea quindi è quella di mettere in orbita un pacchetto di nano satelliti e questo si collega con l’idea di trasformare la portaerei “Garibaldi” in una piattaforma di lancio spaziale [vedi il progetto SIMONA di Fincantieri, ndr] per effettuare una serie di missioni e, soprattutto, per garantire la navigazione dei velivoli manned e unmanned (ed eventualmente per disturbare l’avversario con il jamming). Per quanto concerne i sistemi senza pilota, la soluzione proposta da U-Avitalia prevede l’impiego di un VTUAV Zephir IIB».
L’elicottero ultraleggero di cui si parla è chiaramente la versione unmanned dello Zephir, costruito da Curti, certificato da U-Avitalia e pubblicizzato come “il primo elicottero al mondo con paracadute balistico”. Curti l’ha presentato per l’impiego civile, adatto all’addestramento piloti e alle missioni di sorveglianza delle forze dell’ordine. Ora sappiamo che la versione senza pilota potrà essere destinata a scopi militari.
Abbiamo chiesto una conferma a Curti, ma sino ad oggi non ci hanno risposto.
Seppur pienamente immersa in progetti militari multidominio, dai droni ai nanosatelliti, agli elicotteri senza pilota, la dirigenza di Curti minimizza, quando non le nega, le implicazioni militari delle loro molteplici attività.
In un incontro pubblico nel maggio 2023, a una domanda sul coinvolgimento nell’industria bellica della sua azienda, l’amministratore delegato Alessandro Curti l’ha escluso o comunque riferito a un lontano passato.
Che cosa ne pensano invece le rappresentanze sindacali aziendali e i funzionari della Fiom-Cgil di Ravenna? Glielo abbiamo chiesto ma anche loro non vogliono esprimersi sul coinvolgimento militare della Curti. Forse questa reticenza è dovuta anche al buon rapporto tra sindacati e l’azienda, che ha concesso vari contratti migliorativi e sostanziosi benefit ai lavoratori.