14 Apr PROBLEMA MIGRANTI. LA SOLUZIONE? VENDERE ARMI ALLA TUNISIA
“Migranti, boom di arrivi dalla Tunisia, mille in poche ore. Affonda barcone, 34 dispersi” (Ansa 25.3.23). “Tunisi, summit col fiato sospeso, poi Gentiloni vede Saied. ‘Fondi Ue in cambio di riforme’” (la Repubblica, 28.3.23). “Migranti, stretta del governo per raddoppiare i rimpatri. Risorse alla Tunisia” (la Repubblica, 4.4.23). “Migranti e gas, Tajani: “Aiutare la Tunisia anche senza riforme”. In ballo 1,9 miliardi” (Il Fatto Quotidiano, 14.4.23)
In Italia sta crescendo la pressione mediatica sul problema dei migranti, con evidenti segni di scivolamento del governo verso la drammatizzazione. L’allarme si basa sulla previsione di 300.000 nuovi arrivi dalla Tunisia entro il 2023, dato confermato – su fonti riservate – dalla direttrice del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) ambasciatrice Elisabetta Belloni, consigliera speciale di Giorgia Meloni.
Sul piano internazionale, Roma e Parigi hanno aperto la competizione per gli “aiuti” alla Tunisia. Sullo sfondo ci sono gli interessi energetici (attraverso la Tunisia passa il gasdotto Transmed che porta in Italia il gas algerino) e il sostegno al traballante regime del presidente Kaïs Saïed, al governo dal 2019 ma dal 2021 con i pieni poteri, esautorando governo e parlamento.
Sinora la Tunisia è stata un destinatario di secondo piano delle forniture militari italiane, 17,2 milioni di esportazioni autorizzate nel periodo 2017-2021. Tuttavia potrebbe diventare un mercato appetibile per le aziende italiane della difesa, di cui peraltro sono clienti tutti i regimi autoritari e repressivi del Nordafrica e del Medioriente arabo, dal Qatar all’Arabia Saudita, dall’Egitto al Marocco e finalmente all’Algeria (vedi Carlo Tecce, “Algeria, non solo gas: ecco il grande patto con l’Italia sulle armi” in L’Espresso 27.1.23).
Aziende italiane stanno già contribuendo al rinnovamento delle forze armate tunisine.
Come già documentato da Weapon Watch, proseguono incessanti le consegne dei nuovi camion per l’esercito tunisino, prodotti a Bolzano da IVECO Defence Vehicles. A cadenza settimanale, dal porto di Genova continuano a passare tranche in consegna del mega-ordine di 500 veicoli 4×4 e 6×6 firmato nel 2020, valore complessivo 62,4 milioni di dollari, finanziati da BNP Paribas da rimborsare in dieci anni.
Lo confermano le immagini dei portuali di Genova, da dove i veicoli nuovi vengono spediti via mare in Tunisia. L’ultima è di poche ore fa.
I veicoli viaggiano regolarmente sui traghetti passeggeri di Grandi Navi Veloci (GNV), del gruppo Grimaldi, leader mondiale nel segmento ro-ro e dal 2010 sotto il controllo del mega-gruppo armatoriale MSC della famiglia Aponte.