QUALCOSA SI MUOVE IN EUROPA: È LA RETE DEI PORTI CONTRO LA GUERRA

Genova, sabato 25 febbraio – Con lo sciopero nazionale e la manifestazione sotto la Lanterna, i portuali del CALP di Genova hanno dimostrato ancora una volta quanto sia grande il sostegno alla loro protesta contro il traffico delle armi nei porti italiani. Continuano e ampliano la protesta che prosegue da anni contro le navi saudite della compagnia Bahri. E collegano la guerra in Ucraina con le condizioni del loro lavoro, così come hanno sempre collegato tutte le guerre in corso – dallo Yemen alla Palestina, dalla Siria alla Libia – con i barconi dei migranti.

Volantino del CALP di Genova
per la manifestazione del 25 febbraio.
La manifestazione contro la guerra del 25 febbraio 2023 nel porto di Genova,
in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto da USB Porti.

Il caso di Monfalcone – I portuali, i lavoratori della logistica hanno reso visibili queste armi.

Non solo a Genova. Non solo a Pisa (vedi l’articolo Dai lavoratori voci contro la guerra pubblicato sul nostro sito nel marzo 2022).

A Trieste il 2 febbraio il sindacato di base ha protestato per il passaggio dal porto di Monfalcone di armi e mezzi militari, tra cui obici, a bordo della nave «Severine».

Il ro-ro «Severine» a Civitavecchia nel 2018.

Si tratta di un traghetto ro-ro, battente bandiera maltese ma registrato con un armatore svizzero, anche in passato regolarmente usato per muovere mezzi delle forze armate italiane, in charter per il gruppo Grendi o per il gigante danese DSV. Secondo la secca replica dell’Autorità portuale triestina, i mezzi dell’esercito sarebbero stati destinati ad esercitazioni presso la base di Sant’Antioco, in Sardegna.

Tuttavia la «Severine», ripartita da Monfalcone il 2 febbraio, è ricomparsa a Bari 11 giorni dopo, quindi ha sostato brevemente a Ortona – dove si trova lo stabilimento della società Tekne, che ha in corso una consegna da 3,3 milioni di dollari per 11 blindati MLS Shield ordinati dal governo ucraino nel 2019 – e finalmente è ripartita per raggiungere il porto greco di Alexandroupoli, uno dei terminali fondamentali della logistica USA a sostegno dell’Ucraina.

Uno dei blindati MLS Shield prodotti dalla Tekne di Poggiofiorito (CH), dopo l’impiego in battaglia in Ucraina
(dicembre 2022).

Non si può escludere che la nave abbia toccato Alexandroupoli anche tra il 2 e l’11 febbraio.

Si tenga presente che in Friuli Venezia Giulia si sta svolgendo la campagna elettorale per le elezioni regionali di aprile, e che un ministro è intervenuto pubblicamente per ribadire che i porti dell’Alto Adriatico si stanno rivelando punti di passaggio cruciali per i rifornimenti di armi all’Ucraina. Di qui la reazione del coordinamento triestino e la successiva adesione allo sciopero del 25 febbraio.